Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno: Recensione Switch

L’acclamato Action-RPG sbarca su Switch, come si comporterà la versione portatile?

di Grifis

A tre anni di distanza dall’uscita per PlayStation 4 e PC l’acclamato Action RPG Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno torna in formato portatile per Nintendo Switch in un porting che comprende tutte i DLC usciti per le altre console/PC.

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La storia di questo nuovo capitolo della saga appare completamente slegata da quella del giovane Oliver e del peluche “romano” Lucciconio (a questo indirizzo trovate la recensione della versione Remastered uscita due anni fa), e vede come protagonisti Evan Pettwhisker Tildrum, principe ereditario del regno di Gattmandù, e Roland, presidente di una importante nazione (chiaramente ispirata agli Stati Uniti d’America), che a seguito di un attentato si ritrova catapultato in questo fantastico regno dove due razze, i felinidi e i murinidi, coesistono tra rancori e incomprensioni.
Durante la notte del giorno precedente all’incoronazione del nuovo re Evan il consigliere Ratoleon ordisce un colpo di stato assumendo il potere e cercando di uccidere il futuro re che invece viene salvato in extremis proprio da Roland. I due riescono a fuggire e spinto da una incrollabile forza di volontà il giovane principe viaggerà per il mondo con lo scopo, ai limiti dell’utopia, di fondare un nuovo regno che possa riunire sotto la sua bandiera tutte le altre nazioni e dove tutta la popolazione possa vivere felice.

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Dunque se la storia di Oliver e della sua avventura per cercare di riportare in vita la mamma si può considerare intimista qui siamo di fronte a una avventura più ampia e corale dove Evan dovrà chiedere aiuto non solo agli amici e compagni incontrati lungo il cammino ma anche alla gente comune, in alcuni casi profughi di Gattmandù o emarginati dai propri concittadini, che si trasferiscono a Eostaria desiderosi di dare una mano verso la realizzazione del sogno utopistico del giovane futuro re.

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La storia non è l’unico punto che si discosta completamente da “La Minaccia della Strega Cinerea”, infatti anche il sistema di combattimento è stato completamente ridisegnato passando da un classico JRPG a un più coinvolgente Action RPG dove il giocatore controlla direttamente uno dei tre personaggi attivi nello scontro. Oltre alle classiche armi da mischia e da distanza per abbattere i nemici è possibile utilizzare fino a quattro colpi speciali e approfittare dell’aiuto dei Cioffi, simpatici animaletti che assomigliano agli spiriti della foresta comparsi nel film La Principessa Mononoke dello Studio Ghibli. Ciascun Cioffo ha un’abilità speciale di attacco, difesa o potere curativo e può essere potenziato per aumentare gli effetti, una scelta che permette un’ulteriore possibilità di customizzazione e di strategia.
Nel corso delle peripezie per realizzare il proprio sogno di unire tutta la popolazione sotto un’unica bandiera Evan deciderà di costruire un proprio regno e per farlo avrà bisogno dell’aiuto di una vera popolazione reclutabile in giro per le città. Ciascun cittadino possiede una peculiare caratteristica che gli permette di avere specifici bonus per un lavoro come il cuoco o lo stratega militare.

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Il reclutamento di alcuni cittadini talentuosi nel proprio esercito rappresenta un’ulteriore aggiunta apportata da Level-5. In determinati punti della mappa sono sparse delle bandiere che permettono di iniziare una Battaglia Campale, una sorta di RTS semplificato dove Evan controlla un party di quattro squadre che devono affrontare un intero esercito avversario sfruttando le basi, i cannoni e le torrette conquistate nel frattempo.
Siamo quindi di fronte a tanta, tantissima carne al fuoco che viene fortunatamente somministrata in piccole dosi lungo l’avventura permettendo al giocatore di apprendere i concetti senza entrare in confusione.
Dopo una serie di critiche per un livello di difficoltà troppo basso nella versione rilasciata inizialmente su PlayStation 4 sono stati aggiunti altri due livelli di difficoltà che possiamo ritrovare anche in questo porting: i primi due con un livello di sfida molto basso mentre il terzo, chiamato Esperto, riesce ad alzare l’asticella proponendo scontri più ardui da affrontare ma con la possibilità di recuperare tesori più preziosi.

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Nonostante l’assenza dello Studio Ghibli come partner per lo sviluppo del gioco Ni no Kuni II può vantare il ritorno di alcune importanti figure come Akihiro Hino in veste di direttore, Yoshiyuki Momose (La Tomba delle Lucciole, Pioggia di Ricordi, Porco Rosso, Pom Poko..) come character designer e soprattutto il grande Joe Hisaishi, compositore delle meravigliose colonne sonore de La Città incantata, La Principessa Mononoke ed altri innumerevoli capolavori dello Studio Ghibli. Quest’ultimo si è cimentato in una difficile sfida proponendo lunghe musiche sinfoniche ma sicuramente in grado di trasportare immediatamente chiunque in un altro mondo fantastico grazie all’immaginazione: una vera e propria opera d’arte che non annoia mai e risulta semplicemente perfetta.
Infine una menzione al lavoro svolto sui sottotitoli in lingua italiana che risultano fedeli all’originale giapponese. La versione parlata in inglese (comunque di discutibile riuscita e con diverse pecche) presenta diverse differenze, ai partire dai nomi dei protagonisti, ma fortunatamente in fase di traduzione italiana si è optato per mantenere i nomi e i dialoghi il più possibile attenenti alla versione giapponese.

LA VERSIONE NINTENDO SWITCH



Per sopperire alle limitazioni imposte dalla console portatile della casa di Kyoto la versione Switch del primo capitolo era una via di mezzo tra l’originale uscito nel 2011 e la versione Remastered uscita nello stesso periodo per PlayStation 4. Per questo secondo capitolo gli sviluppatori hanno cercato di riproporre tutte le caratteristiche che hanno reso il titolo un successo, seppur dovendo scendere a notevoli compromessi per quanto riguarda le prestazioni e il dettaglio tecnico.
Innanzitutto nella versione docked il framerate risulta piuttosto basso, sui 30fps, ma nelle fasi concitate di lotta e nella mappa scende inesorabilmente fino a 20fps, una situazione che si riflette anche nella modalità portatile; fortunatamente anche se questi cali possono essere notati anche dai meno esperti l’esperienza di gioco non ne risente in maniera eccessiva permettendo al giocatore di vivere l’avventura di Evan senza troppi fastidi.

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Anche il comparto tecnico ha subito pesanti tagli nella versione Switch con dungeon e città che presentano un minor numero di dettagli rispetto alla versione originale e perfino i modelli poligonali dei personaggi (specie gli NPC) risultano poco definiti e perfino spigolosi. Incrociamo le dita per qualche futura patch che possa migliorare la situazione.
Infine, la Prince’s Edition per Nintendo Switch propone, oltre al gioco principale, tutti i tre DLC usciti originariamente su console e PC: “Sfida per Avventurieri”, “Il Labirinto del Sovrano Fantasma” e soprattutto “Il Leggendario Libro Magico” che svela molti retroscena sul passato di Roland e sulle motivazioni che lo hanno visto sbucare nel mondo di Evan.
 
 
Pur discostandosi in maniera quasi totale dal primo capitolo Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno riesce nel non facile compito di riportare il giocatore a quella magia visiva e sonora tanto apprezzata dai fan. La storia risulta molto più corale e utopistica (quasi semplicistica per i contenuti presentati) mentre il sistema di combattimento passa da un RPG a turni a un Action RPG frenetico proponendo l’inserimento di nuovi elementi tattici come l’utilizzo e la gestione dei simpatici Cioffi.
La versione Nintendo Switch presenta tutte le caratteristiche della versione originale, compresi i tre DLC finora resi disponibili, ma le limitazioni tecniche dovute all’hardware della console portatile si vedono chiaramente nel fastidioso framerate basso e nel minor numero di dettagli e modelli poligonali, limitazioni che comunque non vanno ad intaccare un’esperienza di gioco appagante ed impreziosita da un comparto grafico delizioso e dalle splendide musiche del maestro Joe Hisaishi che da sole varrebbero l’acquisto del titolo.


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